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30 Settembre 2025
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Sicurezza bene condiviso. I porti di Genova e Savona sono un laboratorio di responsabilità

 

Il porto è da sempre sinonimo di protezione, rifugio, sicuro approdo in terra ferma dopo traversate in mari tempestosi. Non a caso si usa l’espressione “andare in porto” come metafora per intendere un esito positivo, un felice compimento di una impresa. Ma la natura di un sistema portuale evoluto e polifunzionale come quello di Genova e Savona, nel quale lavorano migliaia di persone, giorno e notte, è anche complessa e potenzialmente insidiosa se la sicurezza e la prevenzione non vengono messe sempre al primo posto. Nei porti convivono attività molto diverse tra loro, dalla movimentazione delle merci al transito dei passeggeri, dalla cantieristica navale fino alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali con cantieri estesi e attivi per anni. Garantire la sicurezza in questo contesto ad alto rischio interferenziale esige più del rispetto di norme e regolamenti. Richiede un “patto di civiltà”, un cambio di mentalità in cui la sicurezza diventa responsabilità di tutti: istituzioni, imprese e lavoratori. Da questa considerazione parte il nuovo speciale che racconta, attraverso approfondimenti, interviste autorevoli e testimonianze, come i porti di Genova e Savona siano laboratori dove costruire insieme una cultura della sicurezza.

 

I custodi della sicurezza: gli ispettori in azione

Il Corpo Ispettori dell’AdSP rappresenta il principale presidio per la prevenzione e sicurezza del lavoro nei porti di Genova e Savona. Attraverso sopralluoghi, verifiche mirate e interventi a tutto campo, gli ispettori vigilano costantemente sul rispetto delle norme a tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente di lavoro interfacciandosi con figure tecniche aziendali e rappresentanze dei lavoratori e operando in sinergia con le altre istituzioni delle quali possono sollecitare l’intervento su questioni di competenza.

Le attività principali dei nuclei operativi AdSP comprendono l’esecuzione di controlli in materia di sicurezza relativi alle operazioni e servizi portuali, e alla cantieristica. Particolare attenzione viene dedicata alla verifica della corretta gestione delle merci pericolose, un’attività di estrema delicatezza e centralità per la tutela di operatori e ambiente. Il Corpo Ispettori è inoltre impegnato nel monitoraggio della viabilità e della sicurezza stradale interna al porto, verificando lo stato delle infrastrutture e collaborando strettamente con gli uffici di Security portuale nella gestione del traffico veicolare. La corretta manutenzione e gestione della viabilità non è fondamentale solo per prevenire incidenti, ma anche per garantire la rapidità e l’efficacia degli interventi in caso di emergenza.

Restando in tema di mantenimento di infrastrutture efficienti e sicure, gli Ispettori perlustrano le aree in concessione, dove la scarsa manutenzione può mettere a rischio i lavoratori, e in caso di inadempienze attivano gli uffici demaniali dell’AdSP a cui segnalano gli interventi che dovranno essere eseguiti in tempi certi dai concessionari. La pratica ispettiva si conclude con la verifica sul campo dell’effettiva esecuzione dei lavori. Questo modello di collaborazione ha generato un circolo virtuoso: nel 2024 le segnalazioni di carenze manutentive sono sensibilmente diminuite, segno di una maggiore responsabilità da parte dei concessionari nella cura delle strutture portuali.

Ogni verifica effettuata viene documentata dagli Ispettori con rapporti, foto e allegati che vengono prontamente trasmessi alle strutture competenti, anche esterne ad AdSP come ASL e INAIL quando emergono aspetti legati alla sicurezza del lavoro, per attivare tempestivamente approfondimenti e azioni necessarie a ripristinare un ambiente di lavoro sicuro.

Per dare qualche numero, nel 2024 il personale operante nei porti di Genova e Savona ha effettuato quasi 1200 ispezioni e oltre 2800 interventi su segnalazione della comunità portuale, spesso in coordinamento con le altre istituzioni preposte a garantire la sicurezza del lavoro. L’incremento delle verifiche ha superato l’obiettivo del 15% fissato a livello nazionale per i Presidenti delle Autorità di Sistema Portuale. Per il 2025 agli Ispettori è richiesto un ulteriore sforzo: aumentare del 20% i controlli consolidando così i progressi raggiunti.

La conferma, per il secondo anno consecutivo, della sicurezza del lavoro portuale come obiettivo nazionale sottolinea la centralità del tema e il valore del lavoro svolto dall’AdSP del Mar Ligure Occidentale che da anni ha strutturato e professionalizzato il proprio Corpo Ispettivo dimostrandosi lungimirante nel riconoscerne l’importanza strategica.

Altrettanto fondamentale per la costruzione di una cultura della sicurezza condivisa e partecipativa è la funzione di raccordo svolta dagli Ispettori con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza in azienda (RLSA) e di sito (RLSS). Grazie alla loro presenza quotidiana sul luogo di lavoro forniscono riscontri puntuali sulle criticità che possono emergere, offrendo un quadro più realistico rispetto a quello di un singolo sopralluogo ispettivo contribuendo a prevenire incidenti e infortuni.

La collaborazione tra Ispettori, RLS e imprese consente di attuare una prevenzione attiva sul lavoro con confronti periodici finalizzati a valutare quanto viene fatto e individuare le aree di miglioramento. Questo è ciò che emerge dalle interviste raccolte in uno dei terminal del porto commerciale di Genova Sampierdarena durante un controllo programmato degli Ispettori.

Infine, il continuo dialogo tra gli ispettori e gli RLS di tutti i terminal del porto consente di osservare le migliori pratiche di ciascun operatore e di diffonderle all’intera comunità portuale, promuovendo un approccio coordinato e condiviso alla sicurezza. Per rafforzare ulteriormente la sinergia tra il Corpo Ispettori e le rappresentanze dei lavoratori, l’AdSP negli ultimi due anni, ha avviato un percorso per estendere le funzioni e le dotazioni degli RLSS in ambito portuale.

Questo modello integrato garantisce un controllo continuo e mirato, favorendo un ambiente di lavoro sicuro e tutelando la salute di tutti gli operatori portuali.

La prevenzione è un gioco di squadra. Il direttore PSAL Mercurio rilancia sul confronto per soluzioni concrete

Un pilastro della governance condivisa in tema di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori dei porti di Genova e Savona è il Comitato di Igiene e Sicurezza. Presieduto dall’Autorità di Sistema Portuale, è composto dalla struttura Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (PSAL) dell’ASL, dalle rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, spesso integrati su tematiche specifiche da esperti della Capitaneria di Porto, ARPAL, Vigili del Fuoco, 118 e altri organismi in un’ottica di piena collaborazione istituzionale. Questa sinergia consente di affrontare un tema cruciale come la sicurezza con competenza, visione condivisa e impegno verso un miglioramento continuo delle condizioni di lavoro.

In questo contesto si inserisce il lavoro quotidiano della struttura PSAL dell’ASL Genova, come spiega l’ing. Gabriele Mercurio, direttore della struttura complessa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro. “Il PSAL è l’organo di vigilanza designato, insieme all’Ispettorato del Lavoro, per assicurare il rispetto della normativa antiinfortunistica, soprattutto nel contesto portuale – afferma Mercurio. – Ci occupiamo di controlli preventivi per evitare situazioni di rischio, ma anche di indagini quando purtroppo si verificano incidenti o malattie professionali”. La stretta collaborazione con l’AdSP è un vantaggio perché “dispone di un gruppo ispettivo molto presente sul territorio. Gli ispettori portuali eseguono un’ampia gamma di controlli e, grazie a una condivisione preventiva degli argomenti da monitorare, il PSAL può intervenire in modo più mirato e approfondito, rafforzando così l’efficacia del sistema di vigilanza complessivo”.

La vigilanza delle istituzioni è un elemento necessario per presidiare sul rispetto delle regole, ma se si guarda alla prevenzione, tutti devono fare la propria parte. “La sicurezza – ne è convinto li direttore Mercurio – non riguarda solo le istituzioni ma anche le parti sociali, i sindacati, le aziende e i rappresentanti dei lavoratori. Il Comitato Igiene e Sicurezza Portuale diventa così il luogo in cui si confrontano punti di vista diversi per arrivare a soluzioni condivise e concrete, traducendo il dialogo in risultati tangibili per la sicurezza di tutti”.

È vero. Il valore aggiunto del Comitato è quello di favorire il coinvolgimento dell’itero cluster portuale divulgando le linee guida e le iniziative emerse dalle concertazioni, le buone prassi e nuovi modelli introdotti dai singoli terminal creando una rete di aggiornamento e partecipazione che tiene alta l’attenzione sugli standard operativi e sulle procedure da seguire, soprattutto quando si presentano nuove esigenze o situazioni particolari e critiche.

Ne è un esempio la realizzazione delle schede di emergenza per i porti di Savona e Vado raccontate nella video intervista sull’argomento.

Si tratta di documenti operativi consegnati direttamente ai soccorritori dal personale di security presente ai varchi portuali, attivi 24 ore su 24, sette giorni su sette. Le schede contengono tutte le informazioni necessarie per un intervento rapido ed efficace: indicano con precisione come raggiungere il terminal, elemento cruciale in un contesto complesso come quello portuale, descrivono le attività che vi si svolgono, segnalano l’eventuale presenza di materiali infiammabili o pericolosi e riportano la localizzazione dei dispositivi antincendio disponibili in loco. Sapere fin da subito dove intervenire e quale scenario ci si troverà di fronte significa ridurre drasticamente i tempi di risposta e aumentare la sicurezza per tutti gli operatori.

Le schede di emergenza rappresentano solo una delle tante misure adottate dall’Autorità di Sistema Portuale. La complessità, dinamicità e specificità che caratterizzano ciascuno dei porti del Sistema del Mar Ligure Occidentale richiedono infatti soluzioni sempre nuove e mirate. Nei bacini di Genova e Pra’, ad esempio, le novità introdotte nel 2024 dal tavolo tecnico multidisciplinare hanno permesso di aggiornare le procedure di emergenza precedenti, affiancando all’installazione di una cartellonistica stradale dedicata ai soccorsi l’utilizzo di moderni sistemi di geolocalizzazione dei gate di ingresso ai singoli terminal che facilitano un’immediata individuazione del luogo della richiesta di intervento.

Un altro frutto della collaborazione tra istituzioni, lavoratori e imprese attraverso il Comitato di Igiene e Sicurezza è stato l’adozione a luglio del 2025 del protocollo per l’integrazione della sicurezza del lavoro nel comparto industriale. L’accordo, tenacemente promosso dal Prefetto di Genova Cinzia Torraco, introduce una serie di misure concrete, tra cui l’istituzione di RLS di sito con competenze estese anche alle imprese in subappalto, programmi strutturati di formazione, vigilanza congiunta e monitoraggio costante, una raccolta dati sistematica su infortuni e “near miss” comprensiva delle ditte subappaltatrici, insieme al coinvolgimento diretto del Corpo Ispettori dell’AdSP.

Di questi temi – e degli altri protocolli pensati per rafforzare la tutela di chi ogni giorno lavora nelle aree portuali – abbiamo discusso con il Prefetto Cinzia Torraco, che ci ha concesso un’intervista esclusiva per questo speciale dedicato alla sicurezza.

Il Prefetto Cinzia Torraco “La sicurezza? Misura di civiltà delle economie avanzate” - L’intervista

Nel corso degli ultimi mesi, su input della Prefettura di Genova e con il coinvolgimento, oltre che di ADSP delle parti sociali e di altri autorevoli enti pubblici e associazioni di categoria, si è addivenuti alla sottoscrizione di due importanti protocolli finalizzati all’ innalzamento delle tutele di sicurezza e salute dei lavoratori. Il primo è il rinnovo del protocollo sulla tutela dei lavoratori in caso di stress termico elevato, oramai sempre più ricorrente nelle stagioni estive; mentre il secondo, focalizzato all’ambito portuale, aumenta le attività di prevenzione a garanzia della sicurezza del lavoro nell’area delle riparazioni navali del porto di Genova. Quali sono le sue considerazioni a valle di questa esperienza?

La Prefettura ha, in effetti, promosso negli scorsi mesi la sottoscrizione di diversi Protocolli di Intesa, tra cui quelli citati, entrambi in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. É indubbio che le istituzioni, ad ogni livello, siano chiamate a porre al centro della propria azione il tema della sicurezza sul lavoro: anzi, sono fortemente convinta che la vera cultura della legalità e della sicurezza debba partire, addirittura, dai banchi di scuola! Educare alla sicurezza non significa solo osservare le norme, ma creare quel terreno fertile in cui essa diventi un bene primario non cedevole e non arretrabile, in quanto misura di civiltà delle economie avanzate. Sono, quindi, davvero soddisfatta del lavoro che ha condotto, recentemente, al rinnovo dell’Intesa sul Microclima, che appresta significative forme di tutela per i lavoratori nell’ottica di prevenire situazioni di possibile stress termico, nonché alla stipula del Protocollo sulla sicurezza nel settore delle riparazioni navali, che eleva il livello di attenzione all’interno di un comparto connotato da notevoli elementi di complessità – anche in ragione della presenza di un fitto sistema di subappalti – e, al contempo, estremamente rilevante per l’economia di questa città. Quest’ultimo Patto, che ho convintamente promosso in occasione dei momenti di confronto tenutisi in Prefettura, all’indomani dei tragici incidenti consumatisi in Porto nei mesi di febbraio e marzo, rappresenta un modello di cooperazione virtuosa tra istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali, nella consapevolezza che la sicurezza sul lavoro costituisce un diritto fondamentale e un dovere comune.

La collaborazione e la coesione tra istituzioni per costruire un ambiente di lavoro più sicuro e più giusto sono elementi essenziali al fine di garantire un innalzamento delle tutele ed una garanzia di equiparazione, nel diritto, tra lavoratori di un medesimo comparto. In quale misura questa comunione di intenti tra AdSP e Prefettura può favorire il radicamento di una cultura della sicurezza nelle imprese e nei lavoratori portuali?

Credo fermamente che la collaborazione interistituzionale sia un modus operandi imprescindibile per affrontare alcuni grandi temi, tra questi la sicurezza nei luoghi di lavoro. La sinergia tra Enti è lo strumento principe per raggiungere il risultato concreto di innalzare i livelli di sicurezza: il Prefetto, nella sua funzione di rappresentanza del Governo sul territorio, ha bisogno di “raccogliere” elementi, dati, informazioni da parte degli attori istituzionali interessati, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni datoriali che rappresentano i diversi comparti economici. In questo senso, mi fa piacere sottolineare come sia stata assai proficua la collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale per la costruzione delle Intese di cui stiamo parlando, specie per il Protocollo dedicato alle Riparazioni Navali, rispetto al quale l’Ente ha avuto un ruolo decisivo nel coordinamento delle istanze provenienti dai soggetti sottoscrittori del patto.

Seppur non direttamente inerente al tema della sicurezza del lavoro, è doveroso menzionare la firma di un terzo protocollo sulla lotta al caporalato e alle fome di lavoro irregolare. Come può questo accordo avere conseguenze anche rispetto alla sicurezza del lavoro, in particolare in ambito portuale?

Favorire la legalità nel mondo del lavoro comporta, quale proprio naturale effetto, un innalzamento dei relativi livelli di sicurezza. È questo il fine perseguito dal Protocollo sul contrasto al Caporalato e allo sfruttamento lavorativo, un vero e proprio “Patto di Civiltà”, frutto di un percorso di ascolto, condivisione e responsabilità. Potrei anche definirlo un patto di responsabilità condivisa che dà forza all’azione dello Stato e valorizza ed impegna la rete locale. Il documento rappresenta non solo uno strumento operativo, ma un vero e proprio patto territoriale inteso a vigilare, prevenire e contrastare ogni forma di illegalità nel mondo del lavoro che, implicitamente, anche attraverso la Formazione, determina un innalzamento dei livelli di sicurezza. E questo vale per qualunque comparto, ivi compreso quello portuale, specie nel settore delle riparazioni navali, caratterizzato, come ho già sottolineato, da un reticolo di subappalti e dalla presenza di una larga fascia di lavoratori stranieri, che necessitano di un surplus di formazione ed informazione.

Per concludere, le chiediamo di traguardare al prossimo futuro. Tra gli impegni che Prefettura si è data in materia di sicurezza sul lavoro quali vedranno coinvolta ADSP ed il cluster portuale?

La Prefettura intende certamente proseguire nel percorso virtuoso avviato con la sigla degli accordi di cui stiamo parlando: tanto l’Intesa sul Microclima quanto il Protocollo sul Caporalato rinviano ad un monitoraggio degli impegni cristallizzati nei rispettivi documenti, che vedrà, naturalmente coinvolti i firmatari. Mi piacerebbe, anche, pensare ad un accordo che implementi le tutele dei lavoratori in caso di condizioni climatiche estreme dovute a temperature eccessivamente rigide o a precipitazioni intense. Senza dubbio, un’Intesa di questo tipo avrebbe un forte impatto in un ambito portuale, dove lo svolgimento delle lavorazioni da parte delle imprese operanti all’interno dello scalo sono, spesso, influenzate dalle condizioni climatiche in atto.

Safety First: 20 anni di formazione per una nuova cultura della sicurezza in porto

Oltre alle attività di controllo e gestione della sicurezza sul territorio e ai tavoli del Comitato di Igiene e Sicurezza, l’Autorità di Sistema Portuale promuove azioni formative volte a consolidare la cultura della prevenzione tra tutti gli operatori portuali. Un ruolo centrale in questo ambito è svolto dai corsi Safety First, programmi di formazione integrativi rispetto ai corsi obbligatori previsti dalla normativa vigente.

I corsi Safety First sono rivolti principalmente ai nuovi assunti del comparto commerciale del porto di Genova e nascono da un accordo tra parti sociali e enti preposti, stipulato all’inizio degli anni 2000. Ogni corso ha una durata di 16 ore e i relatori provengono da diversi settori: Autorità di Sistema Portuale, chimici del porto, medici competenti e altri esperti. L’obiettivo è fornire una panoramica sui principali rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro in ambito portuale, con particolare attenzione alle interazioni complesse tra le diverse attività svolte nei terminal.

Tra i temi affrontati vi sono: la gestione degli errori, la sicurezza della viabilità interna al porto, la conoscenza e la classificazione delle merci pericolose e le corrette pratiche operative in contesti condivisi. I corsi non si concentrano sulle specifiche operazioni di ciascun terminal, ma sulla comprensione delle interferenze e delle interrelazioni tra diverse attività portuali, favorendo una visione globale e preventiva dei rischi.

Dal 2000 a oggi, i corsi Safety First hanno raggiunto circa 140 edizioni dedicate esclusivamente al comparto commerciale del porto di Genova. Attualmente, l’Autorità di Sistema Portuale sta lavorando all’estensione di questi corsi anche al comparto delle riparazioni navali, adattando i contenuti per affrontare le specificità della cantieristica e delle operazioni di manutenzione navale.

 
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