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Paroli al XII Forum “Shipping and Intermodal Transport: “I porti sono obiettivi strategici, la minaccia arriva anche da sott’acqua”

«I porti sono ormai obiettivi strategici, e le minacce non arrivano più solo da terra o dal cyberspazio, ma anche da sott’acqua».

Questo il tema principale dell’intervento del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Matteo Paroli alla tavola rotonda del XII Forum “Shipping and Intermodal Transport”, organizzato da Il Secolo XIX nell’ambito della Genoa Shipping Week 2025, dedicata al tema “Il sistema portuale italiano: hub di innovazione a sostegno dell’economia”.

Paroli ha posto l’accento su una nuova dimensione della sicurezza marittima, che include non solo il controllo fisico e la difesa cibernetica, ma anche la protezione subacquea delle infrastrutture portuali. «Abbiamo blindato la parte terrestre, rafforzato i controlli doganali, potenziato i gate e investito nella cyber security, ma ora dobbiamo guardare anche al mare: gli attacchi possono provenire dal basso, da piccoli droni o sommergibili in grado di danneggiare gravemente navi e terminal». Il riferimento è al recente episodio avvenuto a Savona, che ha evidenziato la vulnerabilità dei porti anche sotto il profilo “underwater”. «I porti del Nord Europa sono molto più avanti su questo fronte – ha spiegato – e dobbiamo raggiungere quegli standard, con sistemi sonar capaci di individuare intrusioni e proteggere infrastrutture che sono vitali per l’economia nazionale».

Paroli ha poi richiamato l’attenzione sulla minaccia informatica, in costante crescita. È un dato di fatto che oggi attaccare un porto significa colpire l’immagine di un Paese e bloccarne il traffico economico. «Per anni siamo stati frenati da limiti di spesa sugli investimenti digitali: sapevamo di avere vulnerabilità, ma non potevamo intervenire. Ora finalmente possiamo investire in difese adeguate e, grazie all’intelligenza artificiale, siamo in grado di anticipare molti attacchi analizzando segnali provenienti da Paesi ostili».

Accanto alla sicurezza, Paroli ha ribadito la necessità di una visione strategica nazionale per la portualità italiana, in un contesto geopolitico ed economico delicato. «La riforma del 2016 ha già semplificato molto, riducendo le autorità da 25 a 16. È stato un passo importante per mettere a sistema porti che prima non dialogavano tra loro. Ma ulteriori accorpamenti non servono: rischiano di snaturare le peculiarità dei singoli scali e complicare la gestione amministrativa».
Piuttosto, serve una regia centrale che indichi con chiarezza le priorità di sviluppo. «Ogni porto ha le proprie caratteristiche e le proprie vocazioni – ha spiegato – Ciò che serve è un coordinamento nazionale capace di definire strategie condivise e di evitare duplicazioni di investimenti in un momento economico complesso, in cui ogni milione speso deve essere strategicamente ponderato». Un esempio virtuoso di collaborazione è, secondo Paroli, l’accordo tra le AdSP per il riutilizzo dei sedimenti di dragaggio del porto della spezia nei cassoni della nuova diga foranea di Genova che dimostra come la sinergia tra porti sia possibile se c’è visione comune.

Ampio spazio anche al tema della transizione energetica, che Paroli definisce una sfida epocale. «Viviamo un periodo di grande incertezza: nessuno può dire oggi quale sarà il carburante del futuro, ma sappiamo che la direzione è chiara – superare i combustibili fossili». Secondo il presidente, il GNL rappresenta una tappa fondamentale ma non definitiva. «È stato il primo atto che ho firmato dopo il mio insediamento: l’autorizzazione al primo centro di stoccaggio e rifornimento di GNL nel porto di Savona. Consentirà agli armatori italiani di non dover più andare a rifornirsi all’estero. È un investimento che riduce le emissioni di micropolveri e l’impronta carbonica, ma non possiamo fermarci qui».
Paroli ha citato anche i progressi nei carburanti alternativi – dal metanolo ai biofuel, fino all’HVO – e ha invitato a guardare con coraggio verso l’energia nucleare, oggi riconosciuta dall’Unione Europea come fonte “green”. La portualità, ha concluso Paroli, si trova in una fase di profonda trasformazione: «Siamo all’inizio di una nuova stagione. Dobbiamo unire visione nazionale e autonomia locale, innovazione e sicurezza, sostenibilità e competitività. Solo così i porti italiani potranno diventare veri hub di innovazione a sostegno dell’economia del Paese».

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Visita il sito www.portsofgenoa.com per approfondimenti sull’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale

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